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07 Ottobre 2021

Microchip sotto pelle in arrivo per tutti?

Microchip sotto pelle in arrivo per tutti?

Se ne parla da diversi anni, addirittura una sorprendente percentuale di svedesi già da tempo se lo è fatto impiantare per utilizzarlo al posto di carta di credito e chiave elettronica, contactless per dirla facile: stiamo parlando del microchip sottocutaneo della branca più controversa della biologia, meglio nota come biohacking.

Come esistono gli hacker per i sistemi informatici, esisterebbero dei biologi che portano avanti esperimenti al di fuori (o almeno così pare) delle istituzioni, per tendere al transumanesimo.

Solo così, stando a questa corrente, sarà possibile competere con i robot del futuro, ovvero diventando semplicemente degli ibridi.

Ma se da un lato esistono culture, come quella svedese, molto proiettate nelle infrastrutture tecnologiche sperimentali, al limite della fantascienza, esistono anche teorie, decisamente più inquietanti, che sottendono a scopi di questo tipo: impiantarsi un microchip sotto pelle equivarrebbe a diventare individui molto più tracciabili di adesso (e conseguentemente molto più manovrabili).

Quali dati potranno essere contenuti nei microchip?

I dati sanitari, biometrici, economici, fiscali, scolastici, e chi più ne ha ne metta, è il caso di dirlo.

Qualcuno forse non se lo ricorda, ma ad aprile di quest’anno Elon Musk aveva annunciato il primo chip nel cervello umano entro la fine del 2021, come interfaccia con i computer, ma anche come soluzione per contrastare Parkinson e Alzheimer o paralisi degli arti.

E da qui a un microchip sottopelle per tutti, il passo sembra davvero breve.

Non è un caso che sempre nello stesso periodo il Darpa, agenzia del Pentagono, abbia annunciato un microchip che rileverebbe il Covid prima dei sintomi.

Da fake news la storia del microchip si sta trasformando in realtà: o vogliamo chiamarla incubo?

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