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05 Dicembre 2025

Italiani: anziani, indebitati, disillusi e affamati di sesso

Il Censis presenta un rapporto apocalittico

Italiani: anziani, indebitati, disillusi e affamati di sesso

Italia, un Paese sempre più povero, anziano, disilluso dalla politica, schiacciato da un debito pubblico che non ha precedenti nella storia, ma che risponde con una vita sessuale e affettiva molto intensa.

Questo il quadro presentato dal Censis in un rapporto che, manco a dirlo, ha intitolato con “L’Italia nell’età selvaggia, del ferro e del fuoco”.

Chi ha letto il rapporto numero 59 dell’istituto di ricerca si è trovato di fronte a una sorta di romanzo dai toni apocalittici, dove si parla di predatori e prede, di paure ancestrali, di risorgenti fantasmi ideologici, insomma, in breve, di età selvaggia.

Ma i dati sono dati e quello economico, da leggersi come il Debito dei secoli, non solo pesa sulle vite degli italiani, ma secondo le previsioni darà grandi preoccupazioni ad almeno due generazioni a seguire.

E a tal proposito si apre un altro macro tema alla cui urgenza ci siamo bene o male assuefatti: il calo demografico.

Sì, perché l’Italia è ormai un Paese di vecchi, un fatto che si ripercuote inevitabilmente su pensioni, spese sanitarie e futuro incerto.

In mezzo a numeri sconfortanti (il 62% degli italiani ritiene che l’Unione europea non abbia ruolo decisivo sullo scacchiere mondiale, il 55% è convinto che la spinta al progresso si sia spostata in Cina e India, il 39% che i dibattiti tra i big del pianeta si risolvano solo mediante conflitti armati), resta la reazione nazionale.

Una reazione forte, che strappa un sorriso, che ci riporta con i piedi per terra.

Tutti, tra donne, uomini, ragazze e ragazzi, reagiscono facendo sesso, pervasi da “un edonismo liberato dalle antiche censure” (una libertà che troppo spesso sembra più vestito che sostanza, ma pazienza).

Ebbene sì, a finire sotto la lente d’ingrandimento del Censis è anche il sesso, praticato frequentemente tra persone dai 18 ai 60 anni, con rapporti di due o tre volte alla settimana per il 29,9% e del 27,3% per una regolarità settimanale.

Capitolo dopo capitolo, passando dalle angosce (ragionevoli) del ceto medio, pilastro della società italiana impoverito e disilluso, che non fa più figli o quasi, alle descrizioni puntuali e un po’ chirurgiche dei giochi erotici più diffusi, si arriva all’argomento cultura, non senza timore.

Del resto negli ultimi 20 anni la spesa per la cultura delle famiglie italiane si è ridotta del 34,6%.

Di contro, con uno sconvolgente +723,3%, è aumentata la spesa per smartphone e computer.

Buongiorno Italia, benvenuta nell'età selvaggia, del ferro e (vivaiddio) del fuoco.

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