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16 Luglio 2025

Italia, retribuzioni basse e insoddisfazione

Italia, retribuzioni basse e insoddisfazione

Frustrazione, elevato rischio di burnout e tasche vuote: il ritratto del lavoratore italiano medio è piuttosto eloquente.

Il lavoro nel Bel Paese è diventato ormai sinonimo di insoddisfazione più che di realizzazione, come emerge da un’indagine internazionale condotta su 21 nazioni.

L’Italia, dove 6 persone su 10 si dichiarano contente del proprio lavoro, nella classifica del grado di soddisfazione lavorativa è superata da quasi tutti i Paesi coinvolti nell'indagine, ma è in buona compagnia con Stati Uniti, Portogallo e Giappone.

Alla mancanza di soddisfazioni e stimoli si aggiunge la retribuzione, spesso insufficiente a sostenere il carico delle spese di base.

Non è un caso che le aziende non riescano a trattenere i talenti che, al di là di uno stipendio decente, sono alla ricerca di crescita professionale, ambienti lavorativi stimolanti, coinvolgimento e positività.

Ma gli esperti sono anni che lo ripetono: è ormai ora di dare una svolta all’universo lavoro e mettere finalmente al centro il benessere fisico e psicologico.

Di lavoro non si deve morire ma nemmeno sopravvivere a stento.

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