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Educazione, arriva il compito di cittadinanza?
Assegnato agli studenti che ottengono 6 in condotta e per i quali sarebbe quindi prevista la bocciatura, il compito di cittadinanza è una delle novità introdotte dalla riforma approvata dal Consiglio dei Ministri per l’anno scolastico 2025/2026.
La bocciatura, in sintesi, si potrebbe evitare ma solo se si supera il compito, affrontando temi legati alla cittadinanza attiva, alla convivenza e al rispetto delle regole: una sorta di passaggio obbligato salvifico prima di buttare l’anno scolastico alle ortiche.
Come funzionerà?
Non sono ancora note le linee guida ministeriali, ma è certo che si tratterà di un elaborato formativo destinato agli studenti che ottengono 6 in condotta alle scuole medie o superiori.
Il giudizio di ammissione in questo caso viene sospeso e sarà il consiglio di classe se ammettere o meno lo studente sulla base dell’esito del compito.
Ogni elaborato sarà cucito su misura e collegato alle motivazioni specifiche che hanno portato al voto basso in condotta, dovrà avere una lunghezza tra 800 e 1200 parole e dovrà sviluppare uno o più temi di educazione civica, come la riflessione sul rispetto delle regole e delle persone, l’analisi delle conseguenze dei comportamenti aggressivi o irrispettosi, la proposta di comportamenti correttivi o attività di volontariato, la cittadinanza digitale e l’uso responsabile della tecnologia.
Qualche esempio pratico: se lo studente è stato punito con il 6 per un uso scorretto del cellulare in classe, potrebbe dover affrontare un elaborato dal tema Educazione digitale e attenzione durante le lezioni.
Oppure, se si è mostrato violento verso i compagni, il tema potrebbe essere Educazione alla non violenza e gestione dei conflitti tra pari.
Il consiglio di classe avrà l’onere di definire la griglia di valutazione e di ammettere o meno alla classe successiva o all’esame di Stato lo studente.