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05 Agosto 2025

Non vuoi più il tuo animale? Lo diamo alle tigri

Campagna shock di uno zoo danese

Non vuoi più il tuo animale? Lo diamo alle tigri

Lo zoo di Aalbrog, nel nord della Danimarca, ha lanciato una campagna piuttosto discutibile nella quale informa che chi non vuole più il proprio animale domestico, può portarlo direttamente allo zoo, dove verrà dato in pasto ai predatori in cattività.

Il messaggio è molto chiaro, affatto ironico e decisamente brutale e si aggancia alla campagna ideata per donare piccoli animali domestici vivi per garantire il benessere dei predatori.

L’invito è rivolto a proprietari di conigli, galline, porcellini d’India e perfino cavalli, purché al di sotto dei 147 centimetri al garrese, ovviamente sani, con documenti e consegnati vivi.

L’obiettivo, a detta dello zoo, è quello di imitare il più possibile la catena alimentare naturale, offrendo a predatori come ad esempio le tigri, carcasse intere con pelo, ossa, organi, come avrebbero in natura.

Nel post shock non vengono menzionati cani e gatti ma non viene nemmeno esclusa la possibilità che questi possano essere accettati: del resto il linguaggio utilizzato (animali domestici) lascia spazio a interpretazioni e relative reazioni.

Un altro dettaglio inquietante è che la campagna pare essere lanciata in un periodo non proprio casuale: in estate infatti è il momento in cui si registra il più alto numero di abbandoni di animali domestici.

Insomma lo zoo di Aalborg si offre come alternativa al problema e i numeri già registrati sembrano confermarne il successo: 53 galline, 137 conigli, 22 cavalli, 18 porcellini e 12 merluzzi sono già cibo per tigri, leoni, linci e altri carnivori.

Il fatto che gli animali vengano offerti non vivi ma soppressi “amorevolmente” dai guardiani dello zoo sotto la supervisione di un veterinario, non smorza affatto le polemiche.

E quanto alla motivazione dell’imitazione della catena alimentare naturale, fa riflettere il fatto che il budget per mantenere tutti gli ospiti dello zoo sia insostenibile.

Nel 2024 l’elefantessa Tanja era stata soppressa a causa del deterioramento della sua salute e la sua compagna Mai l’aveva seguita poco dopo “per evitare il trauma di un trasferimento in un nuovo gruppo di elefanti”.

Il dubbio sorge spontaneo: non è che costava troppo mantenerle?

Ora che non abbiamo più gli elefanti - dichiarò candidamente il direttore dello zoo Henrik Vesterskov Johansen - il budget sarà di circa 80mila euro, ovvero un risparmio del 25%”.

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