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04 Giugno 2025

Gli automobilisti italiani tra i più aggressivi d’Europa

Gli automobilisti italiani tra i più aggressivi d’Europa

Insulti alla guida, condotta pericolosa e utilizzo smodato dello smartphone: questi sono i principali cattivi comportamenti degli automobilisti europei, che contribuiscono a trasformare le strade in arene da combattimento.

A indossare la maglia nera per aggressività al volante c’è l’automobilista italiano che, secondo il 15esimo Barometro della Guida Responsabile di Ipsos, si distingue sulla media dei comportamenti di altri 11 Paesi europei.

Il sondaggio che analizza come si comportano gli automobilisti europei è stato pubblicato dalla Fondazione Vinci Autoroutes alla vigilia del 2 giugno, primo ponte estivo che vedrà le strade particolarmente trafficate.

Secondo il sondaggio il quadro che emerge è piuttosto desolante, soprattutto riguardo agli italiani che, per l’88% e quindi contro l’83% della media europea, dichiarano di temere il comportamento aggressivo degli altri conducenti e di sentirsi in tutti i casi dei guidatori eccellenti.

Ma la realtà è diversa: sulle strade italiane chi guida è aggressivo, nervoso, impulsivo e poco paziente.

Non è un caso che 1 automobilista su 6 ammetta di non essere la stessa persona quando è al volante.

Ciò che distingue l’italiano è il suo essere un attaccabrighe, uno che non sta zitto e risponde alle provocazione quando non è lui stesso a provocare: insulti, tendenza a scendere dal veicolo per discutere, suonare furiosamente il clacson e addirittura seguire deliberatamente a brevissima distanza chi l’ha irritato.

In Italia ci sarebbe anche poco rispetto del Codice della Strada, sebbene il comportamento riguardo limiti di velocità, distanze di sicurezza e sorpassi in autostrada da destra sia leggermente migliore rispetto a quello dei conducenti europei.

Dove l’italiano automobilista continua a eccellere invece per scorrettezza è nel mancato utilizzo delle cinture di sicurezza (26% non le indossa contro il 9% media europea) e nella guida con smartphone (71% contro il 67% media europea).

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