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Dal Mondo

Italiani i lavoratori più infelici d’Europa

Un sondaggio condotto da Great Place to Work rivela che solo il 43% degli italiani considera la propria azienda un eccellente posto in cui lavorare.

Il dato, che comparato a quelli di 10 Paesi europei è il più basso, è motivato principalmente dall’insoddisfazione per lo scarso riconoscimento del contributo individuale e, fattore non trascurabile, si riflette sulla produttività.

In Paesi come Danimarca, Norvegia e Svezia, che sono in cima alla classifica stilata da Great Place to Work, il PIL per ore lavorate è molto più alto, a dimostrazione che a parità di lavoratori soddisfatti e felici corrisponde una migliore produttività aziendale.

Oltre alla mancanza di apprezzamento e riconoscimento, molti lavoratori percepiscono retribuzioni inadeguate, soffrono di contratti precari, sono esclusi dai processi decisionali aziendali e lamentano una scarsa comunicazione e meritocrazia.

L’insoddisfazione delle persone al lavoro è quindi un tema a doppia faccia: se da un lato il dipendente affronta il proprio lavoro senza stimoli, dall’altra le aziende rinunciano a una miglior produttività.

Da non sottovalutare l’importanza del modello di leadership, basato su 3 componenti: la credibilità del management, l’equità nel trattamento e il rispetto dei collaboratori.

Valutando tutti questi aspetti, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia e Svizzera rappresentano i benchmark di riferimento a livello europeo in termini di cultura aziendale, con ovvi impatti positivi sulla produttività del lavoro.

Fanalini di coda insieme all’Italia, troviamo Grecia, Polonia, Francia e Portogallo.

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