Dal Mondo
Brasile, basta bambole reborn
Sembrano neonati, ma in realtà sono bambole e hanno dato vita a un fenomeno inarrestabile, soprattutto in Brasile.
Le Reborn Doll, bambole in silicone iperrealistiche, si sono diffuse in realtà un po’ in tutto il mondo, complice soprattutto TikTok, il social dove le pseudo madri, filmandosi in momenti diversi della giornata in compagnia del proprio pseudo neonato, hanno incrementato il trend.
Sul social si possono vedere infatti video in cui donne portano le bambole al parco, le vestono, preparano feste di compleanno, addirittura mostrano fasi di allattamento, simulano il parto o la corsa in ospedale con le (finte) doglie.
Un caso emblematico è stato il video (16milioni di visualizzazioni) in cui una donna mostra la preparazione della valigia con pannolini e biberon, prende la bambola, corre in ospedale a Bento, sottopone la bambola alla pesatura e la nutre con un biberon di latte artificiale, come se fosse appena venuta al mondo.
Il fenomeno è andato via via degenerando con donne che richiedono visite mediche, posti in ospedale, la possibilità di inserire le bambole in asili o scuole, tanto da portare alcuni parlamentari brasiliani ad avanzare alle camere legislative ben trenta proposte di legge con lo scopo di vietare alle bambole i servizi pubblici destinati ai veri neonati.
In Brasile il trend è così radicato che il 4 di settembre è stata istituita la Giornata della cicogna reborn, celebrazione nata da una proposta del consiglio comunale di Rio de Janeiro per tutelare le bambole e valorizzare il lavoro degli artigiani.
La controversia che ne è nata vede da una parte chi ritiene che le reborn siano utili alle donne in fase di lutto o con disabilità cognitive, e dall’altra chi ritiene che le implicazioni psicologiche e pratiche sui servizi sociali pubblici siano altamente negative.
“Non si può costringere un medico ospedaliero a trattare una bambola come se fosse un essere vivente - ha precisato il parlamentare João Luis - e nemmeno costringere un insegnante ad accettare una bambola in un asilo nido perché la persona vuole che studi. Con tutto il rispetto per le parti coinvolte, ma questo non accadrà”.